PARLARNE “BENE”

Alcuni suggerimenti per gli operatori dei mass media.

Facciamo affidamento sui media affinché eventuali pubblicazioni che abbiano come oggetto la sindrome di Down ne parlino in maniera effettivamente accurata e allo stesso tempo non offensiva per il grande pubblico, che include le persone con la sindrome di Down ed i loro familiari.
Siamo sicuri che condividiate le nostre considerazioni, perciò prendetevi un minuto per verificare che il vostro scritto sia in linea con le seguenti indicazioni di linguaggio (QUI disponibili anche nel formato pdf), e che non stiate contribuendo alla diffusione di falsi luoghi comuni di ogni sorta su questa condizione genetica:

COSE DA NON DIRE: mongoloide
COSE DA DIRE: persona (bambin*/ragazz*/adulto) con la sindrome di Down
PERCHE’: Il termine “mongoloide” ha assunto sempre più nel tempo una accezione dispregiativa. All’inizio, e per molto tempo, ha permesso di “riconoscere” le persone con sindrome di Down attraverso la presunta somiglianza dei tratti somatici con quelli della popolazione mongola con cui non ha nessuna relazione.

COSE DA NON DIRE: affett* da sindrome di Down o malat* di sindrome di Down
COSE DA DIRE: ha la sindrome di Down, con la sindrome di Down
PERCHE’: La sindrome di Down non è una malattia ma una condizione genetica. È inesatto parlare dunque di malattia, che è un concetto completamente diverso, che implica in sé tra l’altro, una possibile evoluzione verso la guarigione. La sindrome di Down è una condizione genetica che caratterizza la persona per tutta la sua vita.

COSE DA NON DIRE: persona, bambin*, figli* Down
COSE DA DIRE: persona, bambin*, figli* con la sindrome di Down o che ha la sindrome di Down
PERCHE’: Scrivere “persona Down”, significa identificare quella persona con la sua condizione. Le persone con sindrome di Down sono prima di tutto persone, la sindrome di Down è una condizione che le caratterizza ma non le annulla nella loro specificità.

COSE DA NON DIRE: ritardat*, handicappat* mentale
COSE DA DIRE: persona con disabilità intellettiva
PERCHE’: Riguarda ancora l’identificazione della persona con la sua condizione. La Convenzione ONU del 2006 sancisce ufficialmente la definizione “persona con disabilità”.

COSE DA NON DIRE: malattia, handicap
COSE DA DIRE: condizione, condizione genetica
PERCHE’: La sindrome di Down non è una malattia. L’handicap è il possibile rischio di esclusione che può derivare dall’avere la sindrome di Down. Due persone con sindrome di Down a Roma e a Canicattì hanno entrambe la sindrome di Down ma non lo stesso handicap.

Luoghi comuni sulle persone con sindrome di Down


QUI la guida “Comunicare la disabilità. Prima la persona“, per una comunicazione adeguata e rispettosa delle persone con disabilità realizzata grazie ad un progetto promosso e ideato dal Coordinamento per le pari opportunità dell’Ordine nazionale, curata dai giornalisti Antonio Giuseppe Malafarina, Claudio Arrigoni e Lorenzo Sani

QUI la guida “Le parole giuste – Media e persone con disabilità”, realizzata da Intesa Sanpaolo, in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale sulla condizione delle persone con disabilità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e ANFFAS, liberamente tratta dalla Disability Language Style Guide redatta dal National Center on Disability and Journalism dell’Arizona State University (USA).