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Roma, 6 marzo 2024 – “Siamo donne, oltre la sindrome c’è di più”: per la Giornata internazionale dell’8 marzo, l’Associazione Italiana Persone Down prende in prestito le parole di Martina Mencuccini, pubblicate sulla pagina di marzo del calendario del 2024 di AIPD Roma. Una frase semplice, ma che contiene il bisogno e il diritto fondamentale delle donne con sindrome di Down: essere riconosciute, appunto, in quanto donne, al di là della propria disabilità. Martina Mencuccini ha 41 anni, vive con la mamma, ha due sorelle e tanti nipoti. Frequenta un corso di pittura, ama la musica e ha partecipato ai laboratori di educazione all’autonomia di AIPD Roma.

In occasione dell’8 marzo, AIPD rilancia e diffonde inoltre il terzo Manifesto del Forum Europeo Disabilità (di cui AIPD è parte attiva) sui diritti delle donne e delle ragazze con disabilità, appena pubblicato, a dieci anni di distanza dal secondo. “Oltre dieci anni dopo, ci rendiamo conto che la condizione delle donne e delle ragazze con disabilità non è progredita come speravamo – si legge nelle prime pagine – Nello sviluppare questo nuovo Manifesto, abbiamo contattato le donne con disabilità in Europa per conoscerne la realtà. Siamo stati travolti dalla loro risposta: quasi 500 donne con disabilità di 33 Paesi hanno risposto al nostro sondaggio”.
Il Manifesto
Le donne e le ragazze con disabilità costituiscono il 25,9% della popolazione femminile totale dell’Unione Europea (UE) e circa il 60% della popolazione complessiva (100 milioni) di persone con disabilità in Europa. Il 58% delle donne che ha risposto al sondaggio ha subito almeno una forma di violenza. Non solo: secondo l’Indice di parità di genere 2023, il 22% delle donne con disabilità è a rischio di povertà, rispetto al 20% degli uomini con disabilità, al 16% delle donne senza disabilità e al 15% degli uomini senza disabilità.

Molto allarmante, oltre a violenza e povertà, è la pratica, ancora diffusa, della sterilizzazione forzata, cui il controllo medico praticato attraverso la coercizione e i trattamenti terapeutici forzati sono ancora esercitati su molte donne e ragazze con disabilità, in particolare quelle che vivono in istituti residenziali e psichiatrici. Per le persone prive di capacità giuridica la sterilizzazione forzata è ancora autorizzata in 13 Stati Membri dell’UE. 

Forte anche il richiamo alla guerra, che “colpisce in modo sproporzionato le donne e le ragazze con disabilità. Ciò è aggravato da diversi fattori, quali ad esempio la mancanza di rifugi accessibili, la mancanza di piani di evacuazione inclusivi e di accesso ai corridoi umanitari, nonché la mancanza di accesso alle informazioni e all’assistenza sanitaria”.

Dal punto di vista dell’effettiva inclusione e delle pari opportunità, salute e lavoro sono due ambiti in cui le donne con disabilità incontrano particolari ostacoli. Secondo i dati disponibili, solo il 48,3% delle donne con disabilità lavora in Europa e solo il 24% delle donne con disabilità lavora a tempo pieno. Ancora troppo difficile, inoltre, la partecipazione e il protagonismo politico delle donne con disabilità. Di qui, le principali richieste contenute nel Manifesto. 
Le richieste
“In questo momento cruciale, in cui l’Unione Europea si sta preparando per le elezioni europee del 2024, questo Manifesto mira a emancipare le donne e le ragazze con disabilità e a garantire la loro partecipazione attiva per costruire un futuro inclusivo. A loro dovrebbe essere garantito il diritto di voto e il diritto di candidarsi alle elezioni europee, indipendentemente dalla propria capacità giuridica e dal Paese di residenza nell’UE”.

Nell’obiettivo fondamentale di costruire una strategia europea per la piena inclusione e il rispetto dei diritti delle donne con disabilità, AIPD si unisce all’appello di EDF, che evidenzia il ruolo imprescindibile delle associazioni: occorre “consultare in modo significativo le organizzazioni di donne con disabilità nella progettazione e nella realizzazione di servizi sociali, infrastrutture pubbliche e sistemi di protezione civile. Chiediamo a tutti i movimenti femministi di rafforzare le loro azioni, accogliendo le diverse esperienze delle donne con disabilità. In vista delle elezioni europee del 2024, chiediamo all’Unione Europea e ai nostri governi la piena partecipazione delle donne con disabilità come elettrici e candidate a tutte le elezioni, comprese quelle del Parlamento Europeo, nazionali e locali”.
L’inclusione non è solo un diritto, ma una ricchezza
Dichiara Gianfranco Salbini, presidente nazionale di AIPD: “Bisogna concentrare l’attenzione su un tema fondamentale: l’uguaglianza e le pari opportunità per le donne con sindrome di Down. Come tutte le donne, meritano di godere dei diritti fondamentali, inclusi il diritto all’istruzione, al lavoro, alla salute e alla partecipazione piena e attiva nella società. Tuttavia, spesso si trovano ad affrontare discriminazioni che limitano le loro possibilità professionali e personali. Eppure, noi familiari e noi associazioni, siamo testimoni ogni giorno che molte di loro hanno talenti e abilità uniche da offrire. Nonostante questo, spesso si trovano ad affrontare discriminazioni e pregiudizi sul posto di lavoro. È fondamentale sensibilizzare i datori di lavoro sull’importanza di offrire opportunità inclusive e di creare ambienti che accolgano e valorizzino la diversità. Inoltre, è importante garantire che le donne con sindrome di Down abbiano accesso a servizi sanitari di qualità, che rispondano alle loro esigenze specifiche.  La lotta per l’uguaglianza e le pari opportunità per le donne con sindrome di Down non riguarda solo loro, ma riguarda l’intera società. Quando tutte le persone, indipendentemente dalla loro capacità, hanno la possibilità di realizzare il loro pieno potenziale, tutta la società ne potrà beneficiare. In questo 8 marzo, invitiamo tutti a unirsi a noi nell’impegno per promuovere l’uguaglianza e le pari opportunità per le donne con sindrome di Down. Sosteniamo le loro aspirazioni, valorizziamo le loro capacità e lavoriamo insieme per costruire un mondo più inclusivo e equo per tutti. E tutti ne saremo arricchiti”.

Qui il testo del Manifesto, pubblicato in inglese (anche in versione “Easy to read”) e in italiano.