Il CNB Comitato Nazionale di Bioetica, organo che svolge funzioni di consulenza presso il Governo, il Parlamento e le altre istituzioni, e che ha tra i suoi compiti istituzionali quello di formulare pareri e indicare soluzioni anche ai fini della predisposizione di atti legislativi, ha preso in esame il problema della solitudine delle persone ricoverate negli ospedali e ha prodotto una mozione, datata 29 gennaio 2021, nella quale raccomanda di compiere “pur con la precauzione e la prudenza necessarie per far fronte alla condizione di emergenza, ogni sforzo possibile anche all’interno delle strutture ospedaliere per assicurare la presenza di almeno un familiare, o di una persona di fiducia, in particolare nelle situazioni più gravi, nelle fasi terminali e per i pazienti in condizioni di particolari fragilità”.
Il tema della presenza dei familiari delle persone con disabilità intellettiva ricoverate in ospedale è da sempre oggetto di riflessioni e di sollecitazioni; la pandemia lo ha senz’altro riportato in evidenza con particolare drammaticità, dato l’isolamento dei pazienti ricoverati reso ancora più stringente dal rischio contagio. In merito a questo, ricordiamo l’iniziativa dello scorso 30 dicembre promossa da AIPD insieme a ANFFAS e Coordown che ha voluto mettere in evidenza “la mancanza di un Protocollo che preveda, per le Persone incapaci di leggere in modo critico il contesto di cura in cui si vengono a trovare in ambiente ospedaliero, un percorso dedicato, specifico, che fornisca sostegni adeguati a decodificare la sofferenza di queste persone, con la presenza di un caregiver, che medi la relazione con l’ambiente e possa in questo modo anche defaticare il sistema di cura e rendere più efficaci i percorsi terapeutici e riabilitativi per i Disabili Intellettivi“, oltre a contenere le evidenze scientifiche internazionali sulla base delle quali è stato richiesto il riconoscimento della priorità delle persone con sindrome di Down nel piano vaccinale anticovid.