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Esperienza riportata da un’insegnante di sostegno di una Scuola Superiore della provincia de L’Aquila


Il mio alunno presenta dei problemi di vista, non è mai oppositivo nei miei confronti, non rifiuta mai di eseguire un compito, ha tanta voglia di apprendere cose nuove, ma non sempre riesco a capire se le attività che gli propongo sono di suo gradimento perchè non riferisce i suoi stati d’animo.

La mia disponibilità a mettermi in gioco anche in attività mai svolte o che non fanno parte della mia formazione professionale è molto importante nel mio lavoro quotidiano, così come le risorse del contesto scolastico, in particolare gli alunni con la loro disponibilità ed i laboratori dove è possibile sperimentarsi in attività manuali. Nella mia esperienza ho portato avanti un laboratorio di discipline plastiche, adatto per un alunno ipovedente in quanto non c’è necessità di usare macchinari o attrezzature varie. Allo stesso modo, però, chi ha problemi di vista ed un ritardo mentale grave potrebbe avere difficoltà nel realizzare un manufatto o un basso rilievo. Per questo motivo ho pensato di far realizzare al mio alunno delle ciotoline con l’ausilio di stampi. Si tratta di una tecnica apparentemente semplice che non richiede grandi abilità manipolative, dà risultati immediati anche se non è di facile riuscita in quanto l’argilla deve essere premuta bene nel contenitore altrimenti lo stampo che si ottiene presenta delle crepe. Oltre agli stampi in gesso, messi a disposizione della scuola, abbiamo utilizzato come stampi anche dei contenitori di plastica di varie forme e dimensioni, foderandoli con la pellicola trasparente per meglio estrarre l’argilla dal calco. Ne abbiamo ricavato vasetti per piante, ciotoline e contenitori di varie forme. Le attività sono state svolte all’interno del laboratorio artistico durante gli orari di lezione della classe in compresenza con l’insegnante curricolare. L’esperienza, prevista nel PEI, è stata positiva ed i risultati buoni: la strategia utilizzata ha ridotto  la fatica ed ha permesso all’alunno di realizzare lavori che ne hanno aumentato l’autostima. Inoltre insegnante di sostegno ed insegnante curricolare, con le loro professionalità specifiche, hanno stimolato il gruppo classe nella funzione di tutoraggio, ovvero gli alunni a turno si sono resi disponibili per aiutare il compagno quando necessario.


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